Il tema della vetrina della biblioteca della Fondazione Valore Lavoro di questo mese, curata da Martina Lopa, è DONNE E FEMMINISMO. Anche in questo caso la scelta è ricaduta su un argomento che coinvolge e interessa, direttamente e indirettamente, moltissime persone, al di là della propria identità di genere. Sono libri scritti anche da uomini, che affrontano l’argomento da diverse angolazioni, così da esplorare alcune delle svariate problematiche con cui ancora, ogni giorno, milioni di donne si trovano a confrontarsi. Queste letture non rappresentano solo un tentativo di definire cosa sia il femminismo dandone una definizione, ma cercano anche di smontare, pezzo per pezzo, stereotipi e pregiudizi di genere, che hanno contribuito, per secoli, a relegare le donne a ruoli da cui solo recentemente molte si sono riuscite a liberare, ma in cui ancora troppe si sentono costrette.
Contro le donne, Paolo Ercolani, Venezia, Marsilio, 2016
C’è una storia antica quanto il mondo. Ma nessuno l’ha mai raccontata. Perlomeno non in maniera sistematica e critica, ossia cercando gli strumenti concettuali e pratici per provare a superarla. Questa storia riguarda il pregiudizio contro le donne. Partendo dalle origini della civiltà occidentale, dipanandosi poi attraverso il teatro greco e i grandi classici del secolare pensiero filosofico, religioso, politico e scientifico, il coro contro l’essere femminile è risultato assordante e compatto. Con argomentazioni sorprendentemente simili, pur provenienti da autori delle scuole più diverse – religiosi o atei, conservatori o progressisti, antichi o moderni – il consenso intorno al pregiudizio misogino ha rappresentato il più grande e atavico collante della cultura occidentale. Un gran discutere fra uomini per arrivare a stabilire l’inferiorità inemendabile dell’essere femminile, tanto da giustificare e anzi rendere scontata, opportuna e persino necessaria, la sottomissione al maschio. In questo libro Paolo Ercolani non si limita a ricostruire la storia del più antico preconcetto – tirando in ballo le responsabilità della filosofia, della religione e delle scienze in genere –, ma propone una nuova teoria della soggettività umana che possa agevolare il superamento di contrapposizioni e pregiudizi sessuali con i quali è arrivato il momento di fare i conti in maniera definitiva.
La rete non ci salverà, Lilia Giugni, Milano, Longanesi, 2022
Molestie e minacce online, pornografia non consensuale, informazioni personali condivise senza permesso: in tutto il pianeta milioni di donne sono esposte alla violenza digitale. E le cose non vanno meglio dall’altra parte dello schermo. Ingegnere IT, influencer e altre lavoratrici del tech discriminate o sfruttate sul lavoro. Pregiudizi sessisti dell’intelligenza artificiale e forme discriminatorie di smart working. Catene di produzione high-tech intrise di abusi e misoginia, e abissali disparità di genere nell’accesso alle risorse tecnologiche. Cosa ci ha portato fin qui, e come se ne esce? Costruito su oltre cinque anni di ricerche e impegno femminista, La rete non ci salverà offre uno sguardo inedito, attualissimo e appassionato sulla rivoluzione digitale, e sul suo intreccio con ingiustizie economiche e di genere. Perché nella società capitalista e patriarcale tutto ha un prezzo, e niente accade soltanto per caso. Ma ripartendo dalle voci, dai bisogni e dall’attivismo delle donne si può puntare a riprendersi la tecnologia, e a rimetterla al servizio di tutte e di tutti.
Il femminismo è per tutti. Una politica appassionata, bell hooks, Napoli, Tamu, 2021
Che cos’è il femminismo? In questo limpido e agile manuale, pensato per essere letto da chiunque, bell hooks esplora la natura del femminismo e la sua concreta promessa di porre fine al sessismo e all’oppressione di genere. Il femminismo è per tutti aspira a essere uno strumento affinché questo movimento, che è anche una visione del mondo, arrivi a quelle persone che non ne hanno mai sentito parlare, o ne hanno sentito parlare in modo inesatto e fuorviante. Al centro del libro ci sono le relazioni di potere (tra persone bianche e nere, tra classi sociali) e il loro influsso sulle relazioni affettive, di coppia, tra genitori e figli. Immerso nel concreto della vita quotidiana, il testo solleva nodi politici attuali, tra i quali ad esempio il rifiuto di un femminismo che fa dell’Occidente un modello per il resto del mondo, la necessità di ripensare il rapporto tra donne e lavoro in una società in crisi, l’impegno per una conversione femminista degli uomini. Con la chiarezza e la schiettezza che la contraddistinguono, bell hooks presenta il femminismo come quella teoria in grado di liberare la società dalla violenza delle sue gerarchie, di condurci verso una cultura di reciprocità e giustizia. L’autrice esorta lettrici e lettori a capire in che modo questa teoria possa toccare e cambiare le nostre vite – a constatare che il femminismo è per tutti.
Il lavoro delle donne nell’Italia contemporanea, Alessandra Pescarolo, Roma, Viella, 2019
Come sono cambiate, nella storia, le leggi e le obbligazioni morali che regolano il lavoro femminile? E come hanno influito sulle pratiche concrete? I mariti “normalmente” mantenevano le mogli, considerando incompatibile con il proprio onore la loro presenza negli spazi pubblici? Oppure le donne hanno sempre lavorato, in casa e fuori? Il lavoro era fonte di autostima e diritti o era solo una penosa incombenza cui ci si doveva rassegnare? Le domande sono molte e il dibattito è intenso, ma per la prima volta questa sintesi vuole offrire una risposta. Possiamo così ripercorrere una nuova storia delle italiane dall’Ottocento a oggi, seguendo per le varie figure professionali le tensioni fra rappresentazioni ed esperienze. Il racconto parte però da un breve flashback sul mondo antico, essenziale per impostare una storia del lavoro che sia anche culturale. Mestieri e soggetti ripopolano una scena dominata fino a oggi dal mito della fabbrica fordista: contadine e domestiche, setaiole e trecciaiole, sarte e ricamatrici. E poi telefoniste, commesse, dattilografe, maestre e infermiere, avvocatesse, donne medico e magistrato. Ma anche lavoratrici della casa, con il loro lavoro di cura, produttivo di beni e di valori, indispensabile alla vita e alla società. Fino alle giovani di oggi, esposte nuovamente alla precarietà e al disincanto di una rivoluzione incompiuta.