Uscito il numero 33 della rivista Il De Martino. Storie, voci, suoni.

Con questo fascicolo la rivista «Il de Martino. Storie voci suoni» entra nel secondo anno della sua nuova vita. Alle spalle, un anno e mezzo di intenso lavoro redazionale, scambi proficui, discussioni fertili di idee e di prospettive per il futuro, culminate nella bella riunione – finalmente in presenza! – a Sesto Fiorentino, il 10 aprile scorso. Le presentazioni pubbliche dei numeri 31 e 32 hanno contribuito, inoltre, a stimolare il nostro impegno in una direzione aperta e dialogante con le molte comunità e i molti soggetti che si sono mostrati interessati alla proposta di guardare al contemporaneo «rimettendo occhi e orecchie sui territori», come scrivevamo un anno fa. A questo obiettivo rispondono senz’altro le preziose poesie di Fabio Franzin, poeta-operaio e operaio-poeta che ci porta la voce del distretto del mobile dell’Alto Livenza. «Una voce piena della rivoluzione deindustriale», la definisce Gilda Zazzara nella sua illuminante e altrettanto preziosa introduzione, mettendo sull’avviso il lettore: «può essere un po’ urticante la sua opera per chi cerchi l’impegno, l’anelito di liberazione o anche una più tiepida fierezza del mestiere», ma questa è la cultura operaia della “periferia industriale” tra Veneto e Friuli. Il tema delle scritture – poetiche e letterarie – torna nel dialogo tra Luisa Passerini e Graziella Bonansea a partire dal romanzo di quest’ultima, Più che la notte, dedicato alla vicenda di Massimiliano Maria Kolbe: una densa conversazione tra due studiose, due storiche, intorno al tema cruciale del “dare parola” al passato, tra memoria, storia orale e letteratura. Il dossier tematico è dedicato al Vademecum per il trattamento delle fonti orali, presentato il 27 ottobre 2021 a Roma, con il contributo decisivo di Aiso: frutto di un lungo confronto interdisciplinare, il Vademecum – introdotto da Alessandro Portelli e presentato nei suoi punti qualificanti da Alessandro Casellato, Maria Francesca Stamuli e Silvia Calamai – è uno strumento fondamentale per tutti coloro che lavorano con le fonti orali e si occupano di archivi orali, e rappresenta un importante passo in avanti nella costruzione della “cassetta degli attrezzi” utile alla produzione e conservazione di fonti dalla forte complessità storica, metodologica e ontologica. Il ruolo rilevante degli archivi e, in particolare, la loro relazione con le fonti orali e sonore acquista un posto rilevante nella riflessione della nostra rivista grazie all’articolo di Virginia Niri sul progetto “Voci d’archivio”: intervistare donatori e donatrici di alcuni fondi presenti presso l’Archivio dei movimenti di Genova per valorizzare il portato identitario, politico e militante, degli stessi fondi e dei loro soggetti produttori. E proprio al valore politico e militante del fare archivio ci introducono i racconti di Alessandro Grassi pubblicati nella rubrica Storie con i “controcanti” di Antonio Fanelli e Mariamargherita Scotti. Alessandro è stato una figura fondamentale della vita dell’Istituto Ernesto de Martino, un “archivista-attivista” dalle straordinarie doti di analisi delle pratiche dell’ordinare e del descrivere, maturate nel suo paziente lavoro di sistemazione della nastroteca dell’Istituto. Ci ha lasciato improvvisamente, l’aprile scorso, proprio mentre aspettavamo di pubblicare questo suo contributo, che assume oggi un significato di profonda gratitudine per tutto quello che ha saputo essere e fare. A un uso “aperto” degli archivi si richiama, infine, anche Leila Harkat nel suo racconto dell’esperimento di labour public history realizzato dalla Fondazione Valore Lavoro a Pistoia nel settembre 2021: un video mapping sulla facciata del palazzo comunale con la proiezione di immagini provenienti dal patrimonio fotografico della Camera del lavoro della città. Immagini di feste del lavoro e manifestazioni che hanno riportato la storia negli stessi spazi in cui “è stata fatta”, con lo scopo di coinvolgere i passanti nel “montaggio” narrativo dell’artista Jacopo Rachlik. Le interviste di Paola Stelliferi ad Anastasia Barone e a Teresa Bertilotti sulle traiettorie e le eredità del femminismo segnano per parte loro un doppio inizio: l’apertura di un cantiere di riflessione sul genere, sui femminismi e sulla storia (e il presente) delle donne e la pubblicazione di interviste in versione integrale. Il saggio di Caterina Mongardini – molte le voci femminili, come si vede, in questo fascicolo – ci porta invece per le strade di un piccolo borgo d’Abruzzo, Pescocostanzo, sulle tracce della «memoria debole» dell’internamento fascista: una ricerca spinta da ragioni autobiografiche che fa ricorso alla storia orale come strumento per scardinare o almeno provare a spiegare una (apparente?) amnesia collettiva. Nella rubrica dedicata al lavoro, infine, Monica Dati affronta il tema della formazione con un articolo sulle 150 ore attraverso le testimonianze dei lavoratori e delle lavoratrici della Toscana: grazie alle interviste, Dati ci presenta, vivo, «il clima di partecipazione, aggregazione e impegno civile» di questa esperienza, che invita a riflettere, nel presente, sul significato e sul valore dell’educazione degli adulti. Merita un accenno, in chiusura, la rubrica delle Note e recensioni, che appare in questo numero particolarmente ricca di stimoli e di contributi, a ulteriore concreta testimonianza della rete di relazioni che la rivista sta costruendo nel suo farsi.

Sommario
Editoriale
L’inverno scuro del lavoro: cinque poesie di Fabio Franzin
Gilda Zazzara
L’immagine e la memoria: un esperimento di labour public history
Leila Harkat
Voci d’archivio. Fonti orali e storia pubblica: alienazione, restituzione e accessibilità
Virginia Niri
Mimesis e rappresentazione. Una conversazione su storia,
memoria e letteratura
Luisa Passerini – Graziella Bonansea
Archivi orali: un Vademecum per la conservazione
Vita e morte della parola
Alessandro Portelli
Vademecum per il trattamento delle fonti orali: i punti qualificanti
Definizioni e presupposti legali
Alessandro Casellato
Produzione e conservazione della fonte orale
Maria Francesca Stamuli
Acquisizione e valorizzazione degli archivi orali
Silvia Calamai
Interviste
«Un legame che non si sa bene da dove venga, però c’è».
Due interviste sul femminismo, con Anastasia Barone
e Teresa Bertilotti
Paola Stelliferi
Saggi
Pescocostanzo, 1940-1943. La memoria carsica
dell’internamento fascista
Caterina Mongardini
Storie
Piccola storia di una nastroteca errante / Le Olive di Ivan
Alessandro Grassi
I “churinga” di Sesto Fiorentino e il corteo del Primo maggio
Antonio Fanelli
Contro il potere degli archivi
Mariamargherita Scotti
Il lavoro si racconta
150 ore: voci ed esperienze dalla Toscana
Monica Dati
Note e recensioni
Il disco e la voce. A partire dall’articolo di Fanelli e Tomatis
(di Alessandro Portelli)
L’archivio di Sergio Landini presso la Fondazione pistoiese
Promusica (di Claudio Rosati)
La mostra “Augusta Conchiglia nei sentieri del Fronte Est. Immagini
(e suoni) della lotta di liberazione in Angola”, a cura di Maria do
Carmo Piçarra e José da Costa Ramos, Museu do Aljube, Lisbona,
luglio-dicembre 2021 (di Maria do Carmo Piçarra e Giulia Strippoli)
Valeria Luiselli e le ragioni della letteratura. Valeria Luiselli,
Dimmi come va a finire. Un libro in quaranta domande, Roma,
La Nuova Frontiera, 2017; Ead., Archivio dei bambini perduti,
Roma, La Nuova Frontiera, 2019 (di Simona Bertacco)
Alla riscoperta delle fiabe orali. Una nota a partire da Glauco Sanga,
La fiaba. Morfologia, antropologia e storia, Padova, CLEUP, 2020
e Alberto M. Cirese e Pietro Clemente, Raccontami una storia.
Fiabe, fiabisti e narratori, Palermo, Edizioni Museo Pasqualino,
2021 (di Cristina Lavinio)
Disability Studies. Una nota a partire da The Routledge Handbook of
Disability Activism (1st ed.), a cura di Maria Berghs, Tsitsi Chataika,
Yahya El-Lahib, Kudakwashe Dube, London, Routledge, 2020, Crip
Camp– disabilità rivoluzionarie, regia di James LeBrecht, Nicole
Newnham, Usa, 2020 e Matteo Schianchi, Disabilità e relazioni
sociali: temi e sfide per l’azione educativa, Roma, Carocci, 2021
(di Luca Des Dorides)
Carlo Costa e Gabriele Di Giuseppe, Corpo estraneo. Storia di
Giorgio Vale (1961-1982), Milano, Milieu edizioni, 2021
(di Jessica Matteo)
Anna Maria Bruzzone, Ci chiamavano matti. Voci dal manicomio
(1968-1977), a cura di Marica Setaro e Silvia Calamai, Milano,
Il Saggiatore, 2021 (di Luigigiovanni Quarta)
Brunella Basso e Raffaella Bosso, Non solo storie per ragazzi,
in La pagina che non c’era, a cura di Diana Romagnoli, Maria
Laura Vanorio, Paolo Trama, Milano, Zanichelli, 2022, pp. 556-229;
Gabriele Proglio, I fatti di Genova. Una storia orale del G8, Roma,
Donzelli, 2021; Gianluca Staderini, Di tutti i colori. Un bambino
di nome Carlo, Roma, Red Star Press, 2021 (di Ilaria Bracaglia)
Ilaria Bracaglia ed Eddy Olmo Denegri, Un ingranaggio collettivo.
La costruzione di una memoria dal basso del G8 di Genova, Milano,
Edizioni Unicopli, 2020 (di Tommaso Rebora)