Incontri intorno al Quarto Stato di Pellizza da Volpedo

LAVORO E LIBERTÀ

Incontri intorno al Quarto Stato di Pellizza da Volpedo a Palazzo Vecchio

16 e 23 giugno, ore 17:00

Museo Novecento Firenze

In occasione dell’esposizione del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo a Palazzo Vecchio, una delle più celebri opere pittoriche realizzate tra Otto e Novecento, eccezionalmente concessa in prestito dal Museo del Novecento di Milano ed esposta all’interno del Salone dei Cinquecento fino al 30 giugno 2022, il Museo Novecento è lieto di presentare Lavoro e Libertà, un ciclo di incontri intorno al capolavoro di Pellizza da Volpedo, con il patrocinio del DSPS – Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Firenze.

Il doppio appuntamento, previsto per le giornate del 16 e 23 giugno presso la Sala Cinema del Museo Novecento, ospiterà una tavola rotonda introdotta dal Direttore Sergio Risaliti e mediata da Gianluca Bonaiuti, docente di Storia delle dottrine politiche all’Università di Firenze. Protagonisti degli incontri saranno docenti universitari e studiosi che con la loro ricerca contribuiscono ad alimentare il dibattito sui temi del lavoro, della società e dell’arte nel panorama del XX e XXI secolo.


Il primo incontro, in programma il
16 giugno alle ore 17:00, prevede una tavola rotonda che avrà come protagonisti Giovanni Mari, filosofo, già professore ordinario di Storia della filosofia all’Università di Firenze; Stefano Musso, storico dell’Università di Torino; Gilda Zazzara, storica dell’Università Ca’ Foscari Venezia.


Il secondo incontro, previsto per il
23 giugno alle ore 17:00 e introdotto sempre dal Direttore Sergio Risaliti e alla presenza di Gianluca Bonaiuti, vedrà ospiti Roberto Ciccarelli, filosofo e giornalista; Cristina Morini, giornalista, saggista e ricercatrice indipendente; Annalisa Tonarelli, sociologa dell’Università di Firenze.

Gli incontri mirano ad approfondire dal punto di vista storico, filosofico e sociale il peso del messaggio dell’arte in relazione ai temi del lavoro e dei diritti dei lavoratori, partendo dalla monumentale opera attualmente ospitata a Palazzo Vecchio, Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo. «L’arte dovrebbe persuadere il popolo che è meglio esser popolo che altro. Meglio esser lavoratori e antesignani del progresso che ricchi e retrogradi»: queste parole, appuntate da Pellizza su un foglio e ispirate dalla celebre conferenza del 1896 di Max Nordau sulla funzione sociale dell’arte, costituiscono il punto di avvio per questo ciclo di incontri.

«Nello schieramento di questa “folla” di lavoratori viene sottolineata una inedita coscienza di sé che si traduce in una determinazione che, nelle intenzioni del pittore, vuole farsi coscienza di classe» sostiene Gianluca Bonaiuti. «Nell’opera si aggiunge una dichiarata volontà di costruire un’immagine che sappia animare la consapevolezza e la coscienza di coloro che, in quanto lavoratori, la storia ha fin qui condannato a una posizione di comprimari e vittime, se non proprio di servi invisibili».

Prendendo spunto dal quadro, che si presenta al tempo stesso come diagnosi di una condizione e come istanza di emancipazione per i soggetti rappresentati, si arriva ad affrontare più in generale la figura del lavoratore, il ruolo del lavoro e il loro sviluppo negli anni. Il lavoro, elemento essenziale e metastorico dell’identità umana, all’epoca di Pellizza – anche grazie allo sviluppo di correnti ideologico-politiche orientate allo scopo e a movimenti di rivendicazione spesso soppressi con mezzi cruenti – passa dall’indicare una condizione servile, votata alla sottomissione agli imperativi della natura e al comando dei padroni, a una condizione che implica in sé una promessa di liberazione. Il lavoratore, nelle intenzioni del pittore, dovrebbe poter osservare l’immagine migliorata del proprio ruolo e comprendere, al contempo, il ruolo che può svolgere nella storia universale come protagonista di un progresso che attende solo lui per compiersi. Fino a interrogarsi sul lavoro al giorno d’oggi, quali elementi, in termini di alienazione o auto-creazione, lo determinino: il lavoro può ancora immaginarsi come un veicolo di libertà? Ed infine: quali figure comporrebbero oggi quella massa schierata? È lecito immaginare uno schieramento analogo in vista di una emancipazione che si vuole collettiva e non individuale? A quali risorse estetiche, oltreché politiche, potrebbe attingere chi ne volesse ripetere il gesto? Questi e altri gli interrogativi che alimenteranno gli incontri in programma al Museo Novecento.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Si ricorda l’obbligo della mascherina FFP2 per la partecipazione all’evento.